Mi piace il Jazz, ma non per una posa o perché fa chic.
Ma bensì perché è intimamente legato ad un periodo speciale della mia vita.
Non mi ricordo i tempi mitici in cui Umbria Jazz era tutto rigorosamente free, benché gli universitari più “anziani” ne parlassero spesso.
Ma mi ricordo le due settimane di ozio artistico che erano immancabilmente le più belle di ogni Anno Accademico (perfino l’anno in cui dovetti dare per l’ennesima volta Diritto Privato proprio in quei giorni, e in più avevo problemi di Cuore e per dormire mi ci voleva il bromazepam… perfino quei giorni lì furono i più belli di quell’Anno Accademico!).
Mi ricordo le giornate afose che trascorrevano tra jazz brunch (memorabile quello con Rockin’Dopsie Jr. and the Zydeco Twisters!) e street parades (oh, l’Olympia Brass Band… oh, l’indimenticabilmente sexy Eddie Bo Paris!), le cene multi-etniche con gli amici dell’Università per gli Stranieri (giapponesi, messicani, croati, austriaci, americani… tutti intorno a un tavolo, a chiacchierare in un italiano monco e in un inglese maccheronico resi fluenti dalle abbondanti bevute).
Mi ricordo le serate tiepide passate sdraiati sull’erba di San Francesco al Prato a guardare le stelle e a fantasticare, accompagnati dal suono ritmico dei bonghi e da vapori di nebbie non proprio ortodosse.
E mi ricordo soprattutto le notti trascorse nei locali fumosi (che facevano tanto Blue Note) ad ascoltare il Jazz con la J Maiuscola, quello da Intenditori.
(Eh… come recitava la Canzona di Bacco quant’è bella giovinezza…).
Ma bensì perché è intimamente legato ad un periodo speciale della mia vita.
Non mi ricordo i tempi mitici in cui Umbria Jazz era tutto rigorosamente free, benché gli universitari più “anziani” ne parlassero spesso.
Ma mi ricordo le due settimane di ozio artistico che erano immancabilmente le più belle di ogni Anno Accademico (perfino l’anno in cui dovetti dare per l’ennesima volta Diritto Privato proprio in quei giorni, e in più avevo problemi di Cuore e per dormire mi ci voleva il bromazepam… perfino quei giorni lì furono i più belli di quell’Anno Accademico!).
Mi ricordo le giornate afose che trascorrevano tra jazz brunch (memorabile quello con Rockin’Dopsie Jr. and the Zydeco Twisters!) e street parades (oh, l’Olympia Brass Band… oh, l’indimenticabilmente sexy Eddie Bo Paris!), le cene multi-etniche con gli amici dell’Università per gli Stranieri (giapponesi, messicani, croati, austriaci, americani… tutti intorno a un tavolo, a chiacchierare in un italiano monco e in un inglese maccheronico resi fluenti dalle abbondanti bevute).
Mi ricordo le serate tiepide passate sdraiati sull’erba di San Francesco al Prato a guardare le stelle e a fantasticare, accompagnati dal suono ritmico dei bonghi e da vapori di nebbie non proprio ortodosse.
E mi ricordo soprattutto le notti trascorse nei locali fumosi (che facevano tanto Blue Note) ad ascoltare il Jazz con la J Maiuscola, quello da Intenditori.
(Eh… come recitava la Canzona di Bacco quant’è bella giovinezza…).
Forse sarà per questo che ogni anno mi piace tornare a immergermi in quell’atmosfera speciale almeno per una sera anche se, certo… non c’è proprio paragone!
– Freddy Cole Quartet.
Jazz Aperitif, Hotel Brufani.
– Allan Harris Quintet.
Giardini Carducci.
@ubaldoriccobono:
Grazie Amico mio, un abbraccio anche a te 🙂
E’ sempre emozionante entrare nel tuo blog e nei tuoi ricordi. Un abbraccio
U.
Amici di Pirandello, Sciascia, Empedocle
lascia perdere che tra l’altro ho omesso una disgrazia ben peggiore….ti racconterò..
@Khalimero:
sono contenta che tu abbia apprezzato il mio piccolo amarcord 🙂
Ma ad onor di cronaca devo specificare che quei vapori poco ortodossi che ci avvolgevano provenivano dai vicini… sennò chissà il lettore cosa va a pensare :-PPP
Un abbraccio.
@Corrispondances:
Amica! Certo che quest’anno un saltino potevi farcelo invece di andare a sentire Furia cavallo del west 😛
Però come ho scritto… tanto non è mai la stessa cosa… e a pensarci una lacrimuccia spunta pure a me!
ebbene si, sei stata chiara nel rendere la giusta atmosfera di quei lontanissimi giorni…… sono ben tre anni che salto l’appuntamento, e mi rattrista molto!!!! ma ogni volta mi riprometto che sarò presente l’anno successivo!!! amica mi esce una lacrimuccia…..
Bellissimo perdersi in vecchi ricordi che paiono annullare il trascorrere, e soprattutto il “trascorso” del tempo..
estatica la descrizione di quei “…vapori di nebbie non proprio ortodosse…”
e sublime la chiosa con la canzona di bacco, che sempre fa balzare agli occhi (o solo ai miei?) immagine di satiri e ninfette gaudenti… se poi queste immagini le associamo ad un sottofondo Jazz con la J maiuscola…
Beh… impeccabile come sempre la tua abilità di dare a ciascun lettore lo lo spunto per perdersi nei propri personalissimi ricordi e vagare per alcuni istanti in offuscate lande dello spirito…
Brava!!!
K.